La notorietà di Andalo, e più in generale della Paganella, è dovuta in larga parte al successo del turismo di montagna che questa piccola località ha saputo costruire a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso, e soprattutto in seguito alla costruzione delle prime cabinovie all’inizio degli anni ‘60.
Ma non è della sua vocazione turistica che vogliamo parlarvi. Questo incantevole paesino situato ai piedi della Paganella è un luogo anche ricco di storia. Una storia legata indissolubilmente al rapporto dell’uomo con la natura. Andalo è immersa in una verdissima conca, non ancora alta montagna ma porta di accesso verso valli più selvatiche e cime affascinanti.
Un po’ tutte le località attorno al Gruppo di Brenta, e in particolar modo quelle che si collegano alla Valle dell’Adige, vantano un passato lungo e ricco di avvenimenti storici soprattutto per la posizione geografica. Questi luoghi infatti già in epoche remote erano insediate dall’uomo e costituivano naturali vie di comunicazione tra il nord e il sud.
Anche il suo nome, sotto il profilo etimologico, testimonia l’influenza di vari popoli. Alcuni collegano il toponimo alla lingua ligure, altri al gallico, in particolare al nome proprio Antilo. La versione più diffusa però ritiene che Andalo derivi o dal celtico o dal veneto-illirico e che era utilizzato per indicare i diversi masi di cui era composta, unitisi più tardi in un comune unico. Secondo questa teoria saremmo di fronte ad un nome collettivo.
Ed infatti, in età medievale il borgo era suddiviso in quattordici masi (Bortolon, Cadìn, Casa Nova, Clamer, Dos, Fovo, Ghezzi, Melchiori, Monech, Pegorar, Perli, Ponte , “Roni” e Toscana).
I primi a sorgere furono con ogni probabilità il Maso Toscana e il Maso Cardin, risalenti al 1100 circa. Inizialmente erano utilizzati come ricovero estivo per il bestiame, in seguito divennero abitazioni per i contadini del sistema feudale.
La strada che partiva dal Banale verso Molveno conduceva fino al Maso Toscana e progressivamente tutti gli altri masi sorsero lungo quest’asse disposto verso nord.
La suddivisione in masi indipendenti, ancora oggi labilmente riconoscibile, venne meno solo attorno al 1660, quando Andalo iniziò a svilupparsi come un nucleo abitativo più organico. Il progresso in senso urbanistico più marcato, però si è avuto solo verso la fine del 1800. Degli antichi masi, oggi rimane ancora visibilmente distaccato dal resto del paese solo il Maso Pegorar, che grazie alla sua posizione regala un meraviglioso scorcio panoramico.
Si ipotizza che i primi insediamenti abitativi provenissero dalla piave, termine con cui venivano indicate le circoscrizioni ecclesiastiche minori dell’Italia settentrionale. La piave in questione era quella che faceva riferimento alla chiesa rurale del Banale che apparteneva all’epoca al territorio longobardo, denominato Judicaria Summa Laganensis.
Alla fine del XII secolo il territorio di Andalo fu conteso tra l’influenza feudataria dei Flavon, signori di Stenico ed il dominio del Principe-Vescovo di Trento. Quest’area geografica risultava particolarmente strategica ai tempi perchè costituiva il punto di chiusura della Val di Non a sud e un accesso verso le valli Giudicarie.
Intorno a 1343 il Banale fu suddiviso in tre parti, Andalo, Molveno e Banale presso Castel Mani e Castel Stenico. Questa tripartizione garantì una certa indipendenza ai territori di Andalo e di Molveno, che rimasero comunque giurisdizione Tirolese di Sporo.
La storia alpina del Gruppo di Brenta nel suo complesso e quindi i primi cenni di turismo iniziarono solo alla fine del 1800, quando l’alpinista e naturalista irlandese John Ball attraversò la Bocca di Brenta, descrivendo il suo itinerario sulla stampa inglese. Da quel momento, e soprattutto a partire dagli anni ‘50 del novecento, Andalo conobbe un notevole sviluppo turistico, diventando in breve tempo una meta invernale, ma anche estiva, molto apprezzata da turisti e vacanzieri di tutta Europa.
Oggi l’offerta turistica di Andalo e delle località circostanti è molto ricca, dalle escursioni agli sport invernali, dall’offerta gastronomica ai servizi per le famiglie, ed ogni anno continua ad attirare migliaia di visitatori che amano la natura e il paesaggio alpino.
Condividi sui social...