Le leggende sono una forma di narrazione perlopiù orale che viene trasmessa di generazione in generazione. Rappresentano il modo in cui gli antichi cercavano di spiegare alcuni fenomeni naturali o per descrivere vizi e virtù umane. La montagna, con boschi, castelli e corsi d’acqua misteriosi è sempre stata il setting privilegiato di narrazioni fantastiche o credenze religiose. Anche la Paganella ha questo tipo di racconti che mescolano realtà e fantasia, sacro e profano. Delle tante leggende che popolano la memoria tradizionale del nostro territorio, ne abbiamo selezionato tre forse meno note, che vogliamo raccontarti in questo articolo.
La Madonna Contesa
La leggenda della “Madonna Contesa” riguarda i contrasti tra due piccoli paesi distanti una manciata di chilometri, Spormaggiore e Sporminore che si contendevano la stessa statua. Sull’altare della chiesa di Spormaggiore, gli abitanti del paese veneravano e custodivano gelosamente una miracolosa statua mariana. L’interesse per questo sacro cimelio portava decine e decine di visitatori anche da fuori il Trentino. La statua della Madonna, oltre al suo valore religioso, aveva quindi per gli abitanti del piccolo paese anche un valore economico.
La statua divenne così motivo di invidie e gelosie per gli abitanti del paese confinante, tanto che questi ultimi decisero un giorno d’impossessarsene. Il furto – narra la leggenda- avvenne di notte: una squadra di robusti giovani salì su per il sentiero, con un carro trainato da due buoi, raggiungendo la piazza di Spormaggiore; caricarono la statua sul carretto, la trasportarono e la deposero prima dell’alba sul nuovo altare di Sporminore. Soddisfatti dell’impresa, ritornarono tutti nelle loro abitazioni.
Il mattino seguente gli abitanti di Sporminore giunsero in chiesa e si accorsero che statua della Madonna non c’era più! Uno di loro a un certo punto gridò a gran voce di aver avvistato la statua in cima al colle che sta a metà strada fra i due paesi. Non soddisfatti corsero verso di lei per raggiungerla ma una volta vicini, la statua si alzò in cielo e si diresse in volo presso la Chiesa di Spormaggiore, attraversò la porta principale e si posò sul suo vecchio altare. In seguito a questo episodio i fedeli di Sporminore si rassegnarono e lasciarono la statua lì dove era sempre stata. Si narra che la Madonna li perdonò per il furto e da allora, gli abitanti di entrambe i paesi continuano a venerare la scultura sacra sull’altare della chiesa di Spormaggiore.
Il tesoro del Passio
Un’altra leggenda che si tramanda in Paganella è quella di un tesoro nascosto in un castello: il Castel Belfort. Si narra che in un luogo segreto di Castel Belfort sia conservato un tesoro, o meglio, un forziere, colmo di monete d’oro, collane e pietre preziose, che venne nascosto dall’ultimo proprietario dell’altura prima di scappare di fronte al sopraggiungere delle armate nemiche. Leggenda vuole che il castellano seppellì il fortino durante la Domenica delle Palme mentre, poco lontano dal Castello, nella chiesa di Spormaggiore i fedeli intonavano il tradizionale canto del “Passio”. Subito dopo la fuga del castellano, a custodire il forziere e il tesoro contenuto al suo interno sopraggiunsero dei demoni malvagi.
Ma ogni anno, sette giorni prima della Domenica delle Palme, i demoni, per non udire il coro di lode al Signore, fuggono lontano, lasciando incustodito il tesoro del castello. Un anno, proprio durante il giorno di Pasqua, un fedele che conosceva la storia dei demoni custodi del tesoro, tentò di ritrovare il forziere proprio durante il canto dei fedeli, così da impossessarsene senza incontrare i demoni malvagi.
Una volta arrivato al castello si mise subito a cercare come un forsennato il tesoro, scavando qui e là senza logica, ma con un orecchio sempre teso ad ascoltare i canti che venivano dalla chiesa e che lo proteggevano. Ma la melodia a un certo punto finì e del ragazzo non se ne ebbe più notizia. Si pensa che, terminato il Passio, fossero tornati all’improvviso i demoni, sorprendendo l’incauto giovane nel pieno delle ricerche. Possiamo solo immaginare la misera fine che gli toccò!
La sorgente dell’acqua Santa
L’ultima leggenda che vogliamo farti conoscere è quella della sorgente d’acqua della Paganella, nei pressi di Spormaggiore che divenne Santa, grazie all’anello che la statua della Madonna perse durante una processione.
Si dice che la gente di Spormaggiore era un tempo infastidita di udire giorno per giorno gli improvvisi e forti schianti dell’acqua di una sorgente poco distante dal paese. C’era chi sosteneva che quel rumore così insistente e fastidioso fosse opera del demonio e che solo un intervento divino potesse mettere fine a quel rumore.
Fu così, per richiesta dei fedeli, che venne organizzata una processione alla quale anche il parroco, dopo lunghe insistenze, aveva dato il suo consenso. Durante la celebrazione però, giunti in prossimità della rumorosa sorgente, la statua della Madonna subì un brusco ed improvviso sobbalzo che la portò a perdere l’anello che portava al dito. L’anello cadde nella roggia e i fedeli di Spormaggiore, vedendo l’accaduto, rimasero dapprima molto spaesati, non sapendo cosa potesse comportare quello strano accadimento. Ma subito dopo si ritennero soddisfatti perché l’anello benedetto cadendo nell’acqua della sorgente l’aveva purificata e benedetta. E questo è il motivo per cui da quel giorno la sorgente venne chiamata “dell’Acqua Santa”.
Queste, come altre leggende, si sono conservate nel tempo, giungendo fino ai nostri giorni sicuramente con numerose variazioni. Ad ogni modo, esse compongono quel piccolo patrimonio di tradizioni e culture popolari delle nostre montagne e delle nostre comunità.
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