Sulle orme dell’orso bruno

In tutta Italia l’orso bruno è possibile trovarlo solo in alcuni luoghi: sulle Alpi del Trentino occidentale, nel Tarvisiano a confine tra Friuli Venezia Giulia, Austria e Slovenia e anche nell’Appennino centrale. 

Sulle nostre Alpi, l’orso bruno è stato reintrodotto con il progetto Life Ursus avviato nel 1996 dal Parco Naturale Adamello Brenta in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (ISPRA), finanziato dall’Unione Europea.

Dopo uno studio di fattibilità e ricreando le condizioni favorevoli per la loro sopravvivenza sono stati gradualmente introdotti 9 esemplari (3 maschi e 6 femmine di età tra 3 e 6 anni) scelti per ricreare in 20-40 anni una popolazionedi orsi di 40-50 individui.

Anche se oggi su tutte le Alpi vivono circa 50 orsi, rimane una specie a rischio di estinzione. Tutelarne la sopravvivenza significa anche preservare la biodiversità del territorio alpino. Ma è noto che la sua presenza ha da sempre destato alcune perplessità nelle comunità limitrofe alle zone in cui gli orsi vivono.

Per questo gli enti che se ne occupano sono sempre alla ricerca di nuovi equilibri di convivenza tra questo affascinante animale e l’uomo. 

Conoscere meglio l’orso è un primo passo per ritrovare questo equilibrio.  Proviamo allora a darvi alcune informazioni sul grande mammifero delle Alpi. 

Com’è fatto l’orso bruno?

La caratteristica di questa specie di orso, come dice già il suo nome, è la folta pelliccia bruna con qualche riflesso nero. I cuccioli di orso bruno generalmente presentano attorno al collo peli più chiari, che scompaiono già verso il secondo anno di età.

Per il suo modo di camminare viene definito un animale plantigrado, che  si muove cioè appoggiando a terra l’intera pianta della zampa, dotata di grandi cuscinetti e robusti artigli non retrattili (che non rientrano all’interno delle zampe come ad esempio nei felini).

L’orso non ha una vista molto sviluppata mentre possiede un grande olfatto e udito. Il suo peso può variare dai 50 ai 150 kg per le femmine e arrivare fino a 300 kg nei maschi. E l’altezza massima che un orso bruno può raggiungere quando si erge su due zampe è di 250 cm. Stenterete invece a credere che i cuccioli appena nati pesano solo 200-300 grammi.

Di cosa si nutre?

L’orso è comunemente considerato un grande carnivoro, ma nella realtà solo il 10-20% della sua dieta è fatta di carne. Per il resto si ciba di insetti (formiche e api) e vegetali. Non è neanche un gran predatore, la carne che mangia infatti deriva prevalentemente da carcasse di animali cacciati da specie più predatrici come il lupo o la lince e di animali trovati morti. Più raramente va a caccia di prede vive.

La sua dieta varia molto anche dalla stagione. In primavera ad esempio si ciba molto di germogli, foglie di arbusti, gemme e frutti di bosco, o di carcasse di animali morti in inverno, come cervi, caprioli o camosci.

In estate aumenta il suo consumo di vegetali e di insetti, non di rado fa incursioni ai danni di formicai e vespai. L’ autunno è il momento delle scorte o in termini più specifici di “iperfagia”. In questo periodo alla sua dieta si aggiunge un po’ di tutto, mele, pere, mais e frutta secca come le faggiole, ad elevato potere calorico.

Nei mesi invernali, come ci hanno sempre raccontato, l’orso entra in semi-letargo per sfuggire al grande freddo e per la difficoltà di reperire cibo. Per tre lunghi mesi si rinchiude nella sua tana, non mangia quasi nulla e si muove poco per ridurre al minimo il consumo di energie. La sua temperatura corporea si abbassa, il metabolismo rallenta e consuma lentamente le scorte di grasso accumulate in autunno.

Come accorgersi del suo passaggio?

L’incontro tra uomo e orso è un evento piuttosto raro, ma la sua presenza sul territorio è rivelata dalle tracce che lascia di sé, come orme, escrementi o scarti di pasti.

Le sue orme sono generalmente distinguibili da quelle di altri animali, perché possiede una postura “dondolante”, muove cioè quasi contemporaneamente la zampa anteriore e posteriore dello stesso lato. L’orma delle zampe anteriori di un orso adulto misura circa 10-15 cm e solitamente è possibile riconoscere anche la forma degli artigli.

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